Lago di Suviana, Brasimone e Rocchetta Mattei

Lago di Brasimone e Suviana

Dell’appennino ne abbiamo già parlato varie volte e sicuramente ne torneremo a parlare di nuovo come faccio questa volta. Un’ itinerario tra curve, due laghi e la visita inaspettata a un castello immerso nell’appennino bolognese. Via si parte, Sasso Marconi è la nostra prima tappa, siamo già ai piedi dell’appennino. Seguendo la SP325 giungiamo a Castiglione dei Pepoli e più precisamente presso il “Ristorante La Torretta”. Come capita spesso, in ogni viaggio che affrontiamo ci ritroviamo a sedere a degustare qualche specialità locale. Il viaggio continua. Questa volta si prosegue sulla SP62, pochi km di strada attraverso le colline verdeggianti dell’appennino e siamo sopra la Diga delle Scalere, posta nel punto più stretto del lago di Brasimone. Lago creato chiudendo il flusso del torrente Brasimone per poter alimentare la centrale elettrica costruita nel 1970. Anche qui una breve sosta per scattare qualche foto e via di nuovo in sella. Proseguiamo sempre sulla SP62, attraversiamo il Passo dello Zanchetto e deviamo sulla SP40 dove finalmente la strada si fa più interessante dal punto di vista panoramico e scenico. Qualche tornante svariate curve, alcuni sali scendi e ci troviamo di nuovo al di sopra di un’altra diga, quella del Lago di Suviana. Anche questa costruita per alimentare la centrale elettrica posta in fondo di essa. Una sosta per le solite foto di rito, per dare uno sguardo al panorama e saliamo di nuovo sulla moto per affrontare il viaggio di ritorno. Entrati nel paese di Suviana deviamo sulla SP23 in direzione Riola. La strada scorre sotto le ruote della nostra moto con estrema calma, ci godiamo il panorama, il casco aperto per sentire l’aria e i profumi dati dai boschi e dai primi tagli dei campi coltivati. Avanti. Alla nostra vista compare un castello dalle fattezze strane per il nostro territorio e mentre ci avviciniamo scopriamo che è il castello di Rocchetta Mattei, uno dei posti che ci eravamo prefissati di visitare. Parcheggiamo la moto, abbandoniamo l’abbigliamento tecnico e ci rechiamo all’interno per prenotare una visita. La fortuna ci assiste, visto l’orario riusciamo a entrare nel castello per l’ultima visita guidata. Alcuni cenni storici sul sito in questione.


01. Nascita della Rocchetta
Il castello definito “Rocchetta Mattei” deve il suo nome al conte Cesare Mattei (1809-1896) che lo fece edificare sulle rovine di una antica costruzione risalente all’XIII secolo, la Rocca di Savignano, La struttura del castello fu modificata più volte dal conte durante la sua vita e dai suoi eredi, rendendola un labirinto di torri, scalinate monumentali, sale di ricevimento, camere private che richiamano stili diversi: dal neo medievale al neo rinascimentale, dal moresco al Liberty.
 02. Il Conte Cesare Mattei
Cesare Mattei nacque a Bologna (1809) da famiglia agiata, crebbe a contatto con alcuni dei più importanti e significativi personaggi dell’epoca come Paolo Costa, Gioacchino Rossini e Marco Minghetti. Nel 1837 fu uno dei 100 fondatori della Cassa di Risparmio in Bologna. Ricevette il titolo di Conte nel 1847 da papa Pio IX, a seguito di una donazione terriera in quel di Comacchio. La morte della madre nel 1844 lo provò duramente e anche la deludente esperienza politica, legata alle complesse vicende italiane del biennio ’47-’49, lo spinsero a lasciare Bologna e a ritirarsi nella tenuta di Vigorso per studiare la sua “nuova medicina”. Nel 1850 acquistò i terreni dove sorgevano le rovine del castello medievale e iniziò la costruzione della “Rocchetta”, dirigendone personalmente i lavori, dove si stabilì definitivamente a partire dal 1859, conducendo una vita da signore medievale con tanto di corte. Negli anni seguenti, egli dedicò i suoi sforzi allo studio ed alla divulgazione della medicina alternativa che battezzò Elettromeopatia. Questa pratica gli assicurò fama mondiale, ed in seguito alla sua morte (1896), fu proseguita con alterne fortune dagli eredi fino al 1959. Proprio in quell’anno, la Rocchetta venne venduta alla moglie di un commerciante locale Primo Stefanelli detto “Il Mercantone”. Quest’ultimo la gestì come attrazione fino a quando non venne abbandonata negli anni ’80. Nel 2005, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (Carisbo) acquistò il castello e dopo un accurato studio progettuale ne iniziò il consolidamento e intraprese un ampio e fedele restauro che attualmente è ancora in corso d’opera.

03. L'Elettromeopatia e Mario Venturoli
Cesare Mattei nell’elaborazione della sua Elettromeopatia tenne in considerazione diversi tipi di pratiche paramediche già esistenti, tra cui le teorie di Samuel Hahnemann, il fondatore dell’Omeopatia. Dopo le prime sperimentazioni, iniziò la produzione degli stessi preparati elettromeopatici esportandoli anche all’estero. Nacque un deposito centrale a Bologna, fino ad arrivare nel 1884 ad avere 107 punti di distribuzione in tutto il mondo. Per dedicarsi ai suoi medicamenti e al proseguimento dei lavori della sua dimora e clinica, Cesare Mattei affidò la gestione finanziaria delle sue attività al nipote Luigi, il quale causò una gravissima crisi economica all’insaputa del conte. Una volta scoperto l’inganno, Mattei diseredò i familiari, e, affidandosi al suo collaboratore Mario Venturoli riuscì a risollevarsi. In segno di riconoscenza, il conte nel 1888 decise quindi di adottarlo. Negli anni di Mattei presso la Rocchetta trovarono lavoro e benessere molte famiglie della zona e Riola conobbe un periodo di eccezionale sviluppo e prosperità, anche grazie alla stazione ferroviaria voluta dal conte per i suoi pazienti. Dopo il 1904, Mario Venturoli proseguì i lavori al castello e continuò le pratiche curative del padre adottivo, nonostante l’Elettromeopatia rimanesse sostanzialmente un mistero. Le spoglie di Cesare Mattei, secondo le volontà del suo testamento, trovarono riposo all’interno di un monumentale sepolcro nella cappella della sua Rocchetta.
Entriamo all’interno di questa dimora a dir poco bizzarra. Gli stili delle varie epoche si incrociano nelle varie stanze, giochi di prospettive ingannano la vista e ci lasciano nello stupore più incredulo. Una domanda ci facciamo, ma che personaggio era questo Mattei? Ma! Proseguiamo la visita e ascoltando la guida ci rendiamo conto di che personaggio eclettico era Mattei.
Giungiamo alla fine di questo percorso che ci ha fatto scoprire la vita e i segreti di un personaggio sicuramente unico nel suo genere. Usciamo all’esterno del castello dove riprendiamo la moto, si riparte. Siamo a Riola dove deviamo sulla SS64 Porettana in direzione Marzabotto. La SS64 ci accompagna attraversando l’appennino fino a Marzabotto prima e poi di nuovo a Sasso Marconi. Da Sasso Marconi è una passeggiata far ritorno a casa.



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