Due passi sull'Appennino


Dalla Raticosa al Giogo


La sveglia come sempre suona appena sorge il sole, la nostra sveglia si chiama Maya, mitica miciona, quando ha fame non si dorme più. La nostra meta di oggi è una scorpacciata di curve e tornanti attraverso l’Appennino Tosco-Romagnolo. Partiamo subito in direzione di Bologna, la città è il nostro ingresso verso all’Appennino. Si procede verso sud, la valle dell’Idige è la nostra prossima tappa.
La strada costeggia il torrente Idige e inizia ad addentrarsi attraverso l’Appennino. I primi calanchi, le prime colline ci accompagnano lungo il nostro cammino e proseguendo si trasformano nei crinali più alti del nostro Appennino. Dopo la località di Savazza iniziamo a salire. Le curve si trasformano in tornanti. La piega della moto, la manopola del gas aperta e la vista del panorama ci rendono felici di essere in sella. Finalmente il dna del biker esce allo scoperto. Senza rendersene conto siamo in cima al Passo della Raticosa. Una breve sosta per visionare il piazzale stracolmo di moto e si riparte di nuovo. Scendiamo verso Firenze in pochi km ci risiamo sul crinale di un altro passo, La Futa, che dà il nome anche alla SS65 che va da Bologna a Firenze. Prossima tappa Firenzuola. Dopo una breve sosta, ci spostiamo sulla SP503 in direzione Firenze. Ancora una scorpacciata di curve e tornanti e il cartello del passo del Giogo ci appare sulla nostra destra. L’Appennino in questa zona è ricco di pascoli verdissimi dove le mucche scorrazzano libere. Anche qui i bikers non mancano. Scendiamo dal mezzo e visto l’orario pranziamo presso l’omonimo ristorante. Specialità toscane e carne alla brace, questo è il menu che viene offerto dal Ristorante “Il Giogo”. Ristorante consigliato se passate da queste parti. Usciamo dal ristorante e ci crogioliamo al sole su di una panchina, io mi faccio una pennichella sdraiato sull’erba ai piedi di un albero. Terminato il riposo del guerriero riprendiamo il nostro viaggio. La SP503 ci permette di raggiungere la località di Scarperia, prima di raggiungerla altra scorpacciata di curve e tornanti. Paese reso famoso dalla produzione di coltelli e per la presenza dell’Autodromo del Mugello. Sempre Firenze è il nostro punto di riferimento. Abbandoniamo la SP503 per la SP109 in direzione Barberino del Mugello. Oltrepassiamo il ponte che sovrasta il Lago del Bilancino, bacino artificiale creato per evitare le piene dell’Arno e del torrente Sieve. Siamo alle porte di Barberino, deviamo di nuovo sulla SS65 della Futa in direzione Bologna. Risaliamo di nuovo, la strada si estende in parte sui crinali dell’Appennino facendoci godere dei panorami sulle vallate sottostanti. Altra strada ma il risultato non cambia, risiamo in cima alla Futa e procedendo ritorniamo di nuovo sulla Raticosa, espressione semplificata per indicare l’omonimo Passo. Questa volta ci fermiamo per riposare le parti basse posteriori del nostro corpo. Come sempre qualsiasi tipo di moto è presente sul piazzale posto di fronte allo Chalet e di conseguenza non mancano i biker più stravaganti o i più smarmittoni. Mentre siamo seduti a riposare sia io che Catia stiamo in silenzio, ascoltiamo il brusio creato delle voci dei biker mentre raccontano le loro storie e come sotto fondo echeggia il rombo dei motori delle moto. Finale Emilia ci aspetta, perciò si riparte. Ripercorrendo a ritroso la strada fatta in partenza questa mattina ci ritroviamo a casa nel tardo pomeriggio. Un’altra storia da mettere nella nostra bacheca personale, anche se abbiamo ripercorso strade già fatte e rifatte l’importante è viaggiare e godersi quella libertà che solo la moto può darti.








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