4 Giorni in Umbria


Quattro giorni in Umbria


Calendario alla mano, si inizia a progettare qualche viaggio in vista della nuova stagione motociclistica che io e Catia andremo ad affrontare. Quale occasione migliore di un week end lungo. Decidiamo di andare in Umbria.
Prenoto con anticipo un agriturismo sulle colline della provincia di Terni e attendiamo con trepidazione la partenza. Il periodo è quello giusto, la fine di aprile, per iniziare a viaggiare con il mezzo a due ruote. Ma con l’avvicinarsi della data di partenza il meteo non è dalla nostra parte, fino all’ultimo abbiamo sperato nel sole, purtroppo però abbiamo dovuto optare per il mezzo a quattro ruote. Poco male l’importante è partire. E’ giunta l’ora, si parte, l’autostrada A1 in direzione sud ci porta verso la nostra prima meta, Orvieto. La cittadina umbra ci accoglie con un tiepido sole. Parcheggiamo la macchina e iniziamo ad addentrarci per le vie del centro storico.
Individuiamo il punto d’informazioni e cartina alla mano iniziamo il nostro tour. Subito visitiamo la Chiesa di San Domenico e poi le Chiese di Santa Maria dei Servi, la Collegiata dei Santi Andrea e Bortolomeo, la Chiesa di Sant’ Agostino, le Chiese di San Francesco e San Giovanni e infine il maestoso Duomo. A mio avviso è uno degli edifici di culto più belli in assoluto, quando ti appare la facciata ti lascia senza parole e poi gli interni sono pazzeschi. Altri vicoli da scoprire e altre piazze da visitare, girovagando ci imbattiamo nella
Torre del Moro e la Fortezza Albornoz. Infine visitiamo il Pozzo di San Patrizio, opera di ingegneria romana. Il tempo non è dalla nostra parte e quindi ripartiamo, la SR71 ci permette di raggiungere la nostra seconda meta, Civita di Bagnoreggio. Trovare un parcheggio in questo paese, Bagnoreggio, è come trovare il classico ago nel pagliaio. Ma come per incanto eccone uno, che fortuna. Abbandoniamo la macchina e ci incamminiamo a piedi verso il borgo di Civita di Bagnoreggio. Arroccato su una collina, minacciato da frane e dall’erosione del terreno, per raggiungerlo bisogna attraversare un ponte lungo 200 metri che dalla collina più vicina porta fino alla porta d’accesso al centro storico. Civita di Bagnoregio conta solo 11 abitanti a causa della condizione di precarietà strutturale che ha svuotato il paese. E’ per questo motivo che viene anche riconosciuto come il paese che muore.
All’interno delle sue mura le piccole vie creano un labirinto lastricato che si inerpica fino in cima al colle. Il fulcro del paese è la Piazza San Donato dove si trova al suo interno la Chiesa costruita su di un tempio etrusco. Girovagando per le viuzze si incontrano osterie e alcuni negozi che propongono le specialità culinarie umbro laziali. Finalmente arriviamo al Belvedere, una piccola piazzetta posta a nord del paese, dove da qui si può ammirare il panorama su tutta la Valle dei Calanchi. E’ tardissimo, in agriturismo ci aspettano per cena. Altri trenta km da percorrere lungo la SP55 e arriviamo all’agriturismo “Il Casale di Mario”, posto sulle colline appena fuori dal paese di Montecchio. Il primo giorno è passato siamo pronti ad affrontare il secondo.
La sveglia suona, mi alzo, guardo fuori e mi rendo conto che questa mattina piove, che sfortuna, poco male siamo in macchina. Durante la colazione a base di torte fatte in casa, confetture e miele rigorosamente prodotto dall’agriturismo, facciamo il punto sulla giornata che io e Catia andiamo ad affrontare. La nostra scelta cade sulla città di Todi. La SS448 attraversa le colline umbre con sali e scendi di curve e tornanti, peccato non essere in moto, fino a valle dove costeggiando il fiume Tevere arriviamo prima al paese di Pontecuti e poi Todi.
Parcheggiamo la macchina nel parcheggio a pagamento appena fuori dalle mura e seguendo un percorso pedonale ci troviamo alle porte del centro storico di Todi. Il punto d’informazioni è il nostro obbiettivo primario. Trovato, ci rechiamo al suo interno per ricevere tutte le dritte necessarie per la visita di Todi. Abbiamo fatto l’abbonamento per tutto ciò che è possibile visitare, di solito non lo facciamo ma visto che il meteo non è dalla nostra ne approfittiamo per acculturarci un po’. Siamo al centro di Piazza del Popolo, a 360° gli edifici più importanti, il Palazzo del Popolo, il Palazzo dei Priori, il Palazzo Comunale, il Palazzo del Capitano e la Cattedrale della Santissima Annunziata. Proseguendo abbiamo visitato le Cisterne Romane, trovate per caso mentre facevano dei lavori di restauro presso un edificio adiacente alla piazza e il Monastero delle Lucrezie con annesso il Museo Lapidario.
Facciamo una pausa presso “L’Hosteria del Contadino” dove abbiamo apprezzato i piatti tipici della cucina umbra. Ritorniamo in Piazza del Popolo e all’interno del Palazzo del Capitano visitiamo il Museo Civico di Todi e una parte della Pinacoteca. Girovagando per le viuzze abbiamo visto anche la Piazza Garibaldi e la Piazza Bartolomeo D’Alviano con annessa la sua fontana, la Chiesa di S. Maria in Camuccia, il Convento delle Suore Minime Paolane e infine il Tempio di S. Fortunato dove al suo interno vi è l’accesso al Campanile di S. Fortunato, punto più alto di Todi e da dove si può ammirare un panorama a 360° su tutta Todi. Riscendiamo verso il parcheggio sfruttando la cabinovia e riprendiamo la macchina per far ritorno all’agriturismo. Ma prima di facciamo un’ultima sosta per far visita Alla Chiesa dedicata a S. Maria della Consolazione. Arriviamo in agriturismo dove ci attende un’altra cena all’insegna della tradizione umbra. Anche questa mattina la sveglia suona, ma questa volta il sole risplende in cielo, finalmente. Destinazione già decisa, si va a scoprire il parco delle Cascate delle Marmore. Entriamo nel paese di Montecchio dove la SS205 ci porta fino ad Amelia da qui percorrendo la SS645, raccordo autostradale per Terni, arriviamo all’uscita di Terni Est dove prendiamo la SS79 prima e poi la SS209 fino all’entrata della parte alta del parco dove parcheggiamo la macchina e proseguiamo a piedi. Giunti all’ingresso iniziamo a fare la fila davanti alla biglietteria.
Biglietti e cartina alla mano iniziamo a percorrere i vari sentieri che ci porteranno alla scoperta del parco.
Un passaggio ci porta in un terrazzo dove si può ammirare in tutta la sua maestosità la cascata principale e si ha un’ampia veduta su tutta la Val Nerina. Proseguiamo, percorrendo i vari sentieri che si intersecano all’interno del parco, si ha la possibilità di vedere le cascate da vari punti. E’ un susseguirsi di ruscelli che si trasformano in cascate e infine in piccoli laghetti. Da non dimenticarsi il “tunnel dell’amore”, è una galleria che sbuca su di una piccola terrazza al di sotto della cascata principale, per fortuna ci eravamo equipaggiati con un poncho perché l’acqua che abbiamo preso era pazzesca. Giunti nella parte bassa delle cascate ci siamo fermati in un chiosco per pranzare. Nel frattempo il flusso delle acque era diminuito, il flusso è regolamentato ad orari precisi per il mantenimento di una centrale elettrica.
Un’ampia area posta ai piedi delle cascate permette di vederle dal basso verso l’alto ma a mio avviso lo spettacolo più bello si vede da un’altura chiamata Belvedere da dove si può vedere il parco in tutto il suo splendore. A questo punto torniamo nella parte alta del parco con l’ausilio della navetta, riprendiamo la macchina e facciamo una puntata al Lago di Pedilucco. Qui facciamo una breve sosta per guardare il lago completamente immerso nelle colline umbre. Facendo ritorno abbiamo un po' di tempo per fare una visita al paese di Montecchio.
Questo piccolo borgo medioevale che domina la valle del Tevere conserva ancora intatto il fascino del medioevo con le sue piazzette, i suoi vicoletti e le sue poderose mura di cinta con le sue torri di difesa. Il borgo di forma ellittica è uno dei meglio conservati dell’intera vallata. L’ora di cena si avvicina, facciamo ritorno all’agriturismo. Siamo giunti alla fine del nostro soggiorno in Umbria, è il momento dei saluti, con rammarico ci congediamo con la promessa di ritornare in questa struttura. A dimenticavo, vorrei spendere due parole sulla famiglia che gestisce l’agriturismo. La famiglia Ferretti gestisce un antico casale completamente ristrutturato e immerso nelle colline umbre e un grande uliveto fa da cornice a tutto questo. La mamma Nunzia è la cuoca e vizia i suoi ospiti con le prelibatezze della cucina umbra, Raffaella, la figlia gestisce la sala e l’agriturismo con molta simpatia, il papà si gode la sua pensione e infine Mario, il figlio, creatore della ristrutturazione del casale e da non dimenticare che è stato il vincitore del “Grande Fratello 8”.
Una famiglia unica, legata dalle tradizioni e dai valori che questa terra può offrire. Una vera chicca di ospitalità, simpatia e gentilezza. Facendo ritorno verso casa facciamo una sosta alla cittadina di Spello.

La nostra visita parte dalla parte bassa della cittadina visitando ciò che rimane delle antiche mura romane, con le sue tre porte d’ingresso alla città. Siamo saliti in cima alla Torre di Properzio e girovagando qua e là abbiamo visitato le Chiese di S. Lorenzo e S. Andrea, quella di S. Maria Maggiore con una puntatina alla casa romana. Arrivati nella parte alta del paese ci siamo imbattuti nella visita della Villa Fidelia e del Convento delle Suore Francescane.
Riscendiamo verso il parcheggio attraversando i vicoli di Spello completamente addobbati e fioriti come in un quadro del pittore Faraone. Tutto ha un inizio e una fine, purtroppo riprendiamo il nostro viaggio di ritorno sotto il diluvio, per fortuna siamo in macchina. Mentre viaggiamo ripercorriamo i giorni trascorsi in questa regione, l’Umbria cuore verde d’ Italia. La memoria ci riporta alle città, ai parchi visitati e alle esperienze appena vissute, con particolare attenzione al “Casale di Mario”. Giunti a casa abbiamo tirato le somme e ci siamo ripromessi di ritornare in questa regione a scoprire altri angoli a noi nascosti.















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