Due "passi" in Trentino


            Da Passo Duron a Passo Predaia


Oggi si parte alla scoperta di altri luoghi a noi sconosciuti, andiamo in Trentino, per scavalcare altri due passi montani, il Passo Duron e il Passo Predaia. Come sempre, prima di partire, la solita routine, colazione, vestizione e poi scendi in garage per le ultime cose. Ti prende l’ansia. Fin che non sali in sella e inserisci la chiave nel cruscotto della tua moto non ti abbandona. Hai questa voglia di evadere che non la contieni. In quell’istante che   giri la chiave e senti il rombo del motore questa sensazione sparisce, ti lasci alle spalle la quotidianità e lasci spazio al viaggiatore che hai dentro. Inserisci la marcia e via.
Finalmente il viaggio. Percorriamo l’Autostrada A22 del Brennero fino all’uscita di Rovereto sud e percorrendo la SS240 arriviamo a Riva del Garda. Proseguiamo sulla SS421, costeggiamo il borgo di Tenno e quello di Canale, il Lago di Tenno ci appare sulla nostra destra, il colore turchese delle sue acque è incredibile. Il viaggio prosegue, si inizia a salire, entriamo nelle Valli Giudicarie. Percorriamo la strada che attraversa queste valli verdissime contornate da boschi, oltrepassiamo il Passo del Ballino e raggiungiamo il paese di Fiavè. Deviamo sulla SP5, entriamo nel paese di Marcè, piccolo paesino montanaro bellissimo. Seguiamo le indicazioni, un paio di tornanti e alcune curve ci fanno raggiungere la nostra prima meta, il Passo Duron. Parcheggio la moto e senza farlo apposta l’orario è quello giusto per pranzare. Il rifugio alle nostre spalle fa il caso nostro, chiediamo informazioni e ci accomodiamo fuori al sole, finalmente ci rilassiamo. Mentre degustiamo il nostro pranzo, tipico trentino a base di speak, formaggi, canederli e un assaggio di capriolo con polenta il tutto annaffiato da una birra artigianale, ci godiamo il panorama.
I boschi ci circondano, dietro di noi svetta la cima di una montagna e poco più giù un’area verde con al suo interno le
mucche al pascolo. Una quiete incredibile. Continuiamo a crogiolarsi al sole, ma il tempo passa e dobbiamo riprendere il nostro viaggio. Risaliamo in sella e via di nuovo in viaggio. Passiamo il cartello che indica il Passo Duron e ci dirigiamo verso Tione di Trento. Questa volta entriamo in Val Rendena e percorrendo la SS239 attraversiamo i paesi di Darè, Vigo Rendena, Pelugo e Spiazzi, dove facciamo una sosta in un negozio di prodotti tipici trentini. Acquistiamo carne salada, speak, salumi vari e formaggi. Proseguiamo, raggiungiamo prima Pinzolo e poi Madonna di Campiglio. Il Gruppo dolomitico dell’Adamello Brenta svetta sulla rinomata località turistica, noi continuiamo e mentre ci godiamo il paesaggio raggiungiamo i 1682 metri di Passo Campo Carlo Magno. Qui una sosta è dovuta. Ammiriamo il gruppo dell’Adamello da un lato e Cima Tosa dall’altro, anche qui la natura ha dato il meglio di sé. Questa volta scendiamo verso valle fino a Dimaro dove prendiamo la SS42 in direzione Cles. Raggiungiamo Malè, da qui si inizia a vedere l’inizio della Val di Non. Compaiono i primi frutteti di mele, proseguendo diventano sempre più frequenti, oltrepassiamo il ponte sul torrente Noce ed ecco comparire il Lago di Santa Giustina posto al centro della Val di Non.
La strada costeggia il Lago, passiamo Cles e proseguendo arriviamo a Dermulo dove il Lago ritorna alla sua forma naturale di torrente. Da Dermulo ritorniamo a salire e proseguendo sulla SP7 tocchiamo le frazioni di Coredo e Smarano fino a salire a quota 1253 del Passo Predaia. Anche da qui si può vedere uno scorcio sulla valle sottostante quasi interamente coltivata a meleti. Riprendiamo il viaggio sempre scendendo verso valle e percorrendo sempre la SP7 arriviamo prima a Vervò e poi a Mollaro dove prendiamo la SS43 che ci permette di scendere a valle fino al paese di Mezzolombardo situato al centro della Piana Roteliana famosa per la produzione del vino Teroldego. Percorrendo la SS43 arriviamo a Trento dove riprendiamo l’Autostrada A22 del Brennero. Facciamo alcune soste compresa la cena in autogrill, giunti a Reggiolo-Rolo abbandoniamo l’Autostrada per ripercorrere le strade della bassa modenese fino a raggiungere casa in tarda serata.




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