Brisighella e Strada della Lavanda
Guardando
riviste di dedicate ai motociclisti e al loro mondo, mi sono imbattuto in un articolo che parlava di Brisighella e della Strada
della Lavanda e allora perché non prenderne spunto per il prossimo
giro? Detto fatto, finito di pranzare e ripulita la cucina, io e la
mia signora siamo partiti alla volta di Brisighella. Presa lo moto
imboccata la SP10 direzione Alberone, Bevilacqua e San Matteo della
Decima. Da qui la SS255 in direzione San Giovanni in Persiceto per
poi proseguire sulla SS568 via Persicetana fino a Bologna, dove presa
la tangenziale verso Ancona siamo usciti a San Lazzaro di Savena.
Presa la Via Emilia e abbiamo attraversato i paesi di Ozzano
dell'Emilia, Castel San Pietro Terme, Imola e Faenza. Da quest'ultimo
abbiamo preso le indicazioni per Brisighella. Giunti in paese,
parcheggiata la moto, ci siamo chiesti “Da dove si parte a
visitare?” e abbiamo risposto con un “Da tutto quello che c'è da
vedere!” e allora via! Partiamo con la visita dell'antico Borgo. Il
Borgo è caratterizzato da tre colli dove sopra vi sono ubicate la
Torre dell'Orologio, la Rocca Manfrediana e il Santuario di
Monticino. Siamo partiti a visitare la Rocca, per poi arrivare alla
Torre dell'Orologio e per concludere passando per un sentiero sulla
Torre dell'Orologio, da dove si ammira tutto il paese. Ripreso fiato,
attraverso una scalinata, siamo scesi in Piazza dove si trova il
Municipio e la famosa via degli Asini. Questo è un passaggio
sopraelevato, coperto, illuminato da mezzi archi di differente
ampiezza: fu un utile quanto geniale mezzo di difesa per gli abitanti
che, sfruttando la morfologia gessosa del luogo, idearono tra il XII
e il XIII secolo un corridoio difensivo protetto alle spalle dal
colle.
Il sito fu utilizzato anche come abitazione dei birocciai, che traevano sostentamento dalle cave di gesso della zona. Vi trovavano posto anche le stalle degli asini, che hanno dato il nome al pittoresco luogo. Pausa ristoro e di nuovo in marcia per finire di visitare questo Borgo, caratterizzato da viuzze che salgono e scendono. Dato un occhio alla Chiesa dell'Osservanza ci siamo rimessi in viaggi per la tanto parlata “Strada della Lavanda”. Tenute le indicazioni per Casola Val Senio siamo inerpicati sull'appennino per poi scendere in un susseguirsi di curve e tornanti, attraversando il Parco regionale dei Calanchi di Gesso per poi trovarci a Fontanelice, anche qui abbiamo sbagliato strada e ci siamo ritrovati quasi a Firenze, quando ce ne siamo accorti, siamo tornati indietro, allungando la strada di una quarantina di chilometri. Da Fontanelice seguendo i cartelli della Strada della Lavanda siamo arrivati a Sassoleone. Durante il viaggio sui bordi della strada abbiamo visto alcune culture di lavanda ma non da paragonare alla Provenza come abbiamo potuto ammirare i calanchi, sembrava di vedere un Grand Canyon in miniatura.
Da Sassoleone, si prosegue in direzione Bologna,
anche qui attraversiamo colline e calanchi, la strada, prima dolce,
poi diventa ripida e scoscesa, addirittura abbiamo attraversato un
crinale che non era neppure asfaltato, ma noi imperterriti abbiamo
continuato, scattando alcune foto che sembravano un set dei film
western di Sergio Leone. Scesi a valle e raggiunto di nuova Castel
San Pietro Terme ci siamo fermati per riposare il fondo schiena che
poverino ne aveva bisogno. Dieci minuti di sosta e via di nuovo sulla
Via Emilia in direzione San Lazzaro di Savena dove ci siamo fermati
al Roadhouse per cenare con un buon piatto di carne. A tavola abbiamo
parlato delle varie impressioni del viaggio appena concluso. Una cosa
che ci è piaciuta moltissimo è il Borgo di Brisighella, il quale
merita sicuramente la visita, ma l'avventura sui calanchi in mezzo al
nulla è stata troppo forte. Usciti dal Roadhouse ci siamo rimessi in
viaggio con destinazione Gelateria Colibrì, come ormai da
tradizione, per magiare il dolce.Il sito fu utilizzato anche come abitazione dei birocciai, che traevano sostentamento dalle cave di gesso della zona. Vi trovavano posto anche le stalle degli asini, che hanno dato il nome al pittoresco luogo. Pausa ristoro e di nuovo in marcia per finire di visitare questo Borgo, caratterizzato da viuzze che salgono e scendono. Dato un occhio alla Chiesa dell'Osservanza ci siamo rimessi in viaggi per la tanto parlata “Strada della Lavanda”. Tenute le indicazioni per Casola Val Senio siamo inerpicati sull'appennino per poi scendere in un susseguirsi di curve e tornanti, attraversando il Parco regionale dei Calanchi di Gesso per poi trovarci a Fontanelice, anche qui abbiamo sbagliato strada e ci siamo ritrovati quasi a Firenze, quando ce ne siamo accorti, siamo tornati indietro, allungando la strada di una quarantina di chilometri. Da Fontanelice seguendo i cartelli della Strada della Lavanda siamo arrivati a Sassoleone. Durante il viaggio sui bordi della strada abbiamo visto alcune culture di lavanda ma non da paragonare alla Provenza come abbiamo potuto ammirare i calanchi, sembrava di vedere un Grand Canyon in miniatura.
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