Tour dei Monti Lessini parte 2

Tour dei Monti Lessini

Parte 2

Un altro viaggio, un altro scorcio dei Monti Lessini. Sempre percorrendo la SS 434 Transpolesana giungiamo a Verona dove prendiamo la tangenziale sud in direzione della Valpolicella. La tangenziale, all’altezza di Verona nord, si trasforma nella SS 12. Percorrendo questa arriviamo a Sant’ Ambrogio di Valpolicella. Siamo ai piedi dei Monti Lessini, proseguiamo verso nord, la SS 33 inizia a salire molto delicatamente, la strada segue il disegno delle colline per diventare un po’ più ripida quando ci avviciniamo alla sommità dei monti. Uno scorcio del Lago di Garda ci fa capire quanto siamo saliti. Arriviamo a Breonio, piccolo borgo risalente all’età del ferro, si prosegue fino alla frazione di Fosse dove la SS 33 diventa la SP 12, questa ci permette di arrivare nel paese di Sant’Anna d’Alfaedo, comune dell’alta Valpolicella. Il paese è sovrastato dal Corno d’Aquilio e dal Corno Mozzo che segnano il confine dell’alta Valpolicella. La cartina ci indica di proseguire, la SS 12 è la nostra giusta rotta, passiamo in successione i paesi di Cona, Corrubbio, la località di Crestena dove appare il cartello che ci indica la nostra prossima tappa,
il Ponte di Veja.La strada è tutta in discesa per alcune centinaia di metri fino a fermarsi a ridosso del parcheggio del sito. A fianco del parcheggio un carro armato risalente alla Seconda Guerra Mondiale è l’immagine del Monumento ai Carristi che anno combattuto in Africa settentrionale. Parcheggiamo la moto sotto l’ombra di alcuni alberi all’esterno del Ristorante Trattoria Ponte di Veja, ci liberiamo dei vari capi tecnici, Vivande nello zainetto e ci dirigiamo a visitare questo sito risalente al periodo preistorico. Percorriamo il sentiero, ad un certo punto sulla sua destra un’area dedicata alla ricostruzione di un piccolo villaggio preistorico, seguendo il sentiero scendiamo in una piccola gola dove ci appare il Ponte di Veja, in tutta la sua maestosità. Il ponte, con i suoi 40 metri di altezza, 20 metri di larghezza e 9 di profondità è frutto dell'evoluzione naturale di una grotta. Il passare del tempo e l’erosione dell’acqua ha fatto crollare parte di questa grotta e il risultato finale è questo ponte gigantesco. Tutt’ora il torrente che ha creato tutto questo è presente al di sotto del ponte. Percorriamo di nuovo il sentiero fin sotto il ponte, una parte della grotta detta grotta dell’Orso è recintata per far sì che estranei non entrino a rovinare i disegni rupestri rinvenuti nell’arco delle varie esplorazioni da parte degli speleologi. Torniamo sui nostri passi, una panchina fa il caso nostro, ci sediamo e in silenzio scrutiamo tutto quello che ci circonda, sentiamo lo scrosciare dell’acqua e il cinguettio degli uccelli, come si può non apprezzare tutto questo!
Un pranzo al sacco qualche foto e ripercorriamo il sentiero che ci porta nel parcheggio dove ci aspetta la nostra moto. Riprendiamo il nostro viaggio, ritorniamo a Sant’Anna d’Alfaedo dove prendiamo la SP 13, strada che ci porta su a Passo delle Fittanze. Percorrendo questa strada da Sant’Anna è tutta una salita, passiamo le località di Ronconi, Selvavecchia, Villa e Franciosi da qui la strada diventa ghiaiata. Sempre si sale ad un certo punto la strada ritorna asfaltata però si riduce notevolmente la carreggiata, tornati stretti e continui ci fanno capire che stiamo arrivando in cima al passo. Eccoci di nuovo su al Passo Fittanze. Percorriamo la strada che abbiamo percorso nel viaggio precedente fino a Erbezzo per poi deviare prima di entrare in paese verso Bosco Chiesanuova. Giungiamo a Bosco Chiesanuova, nota località per il turismo montano, dove facciamo una sosta per riposarci un po'. Si riparte di nuovo, direzione Malga San Giorgio.
Questa volta SP 6 ci fa salire dai quasi 1100 mt. di Bosco Chiesanuova ai quasi 1600 del Passo del Branchetto. La strada è tutta in salita prima costeggia boschi per arrivare con una serie di tornanti a costeggiare grandi pascoli fino in cima al Passo del Branchetto. Anche qui piccola sosta per immortalare con alcune foto il nostro passaggio e via di nuovo verso la località di malga San Giorgio.
Percorriamo un paio di km, forse meno, e giungiamo a Malga San Giorgio. E’ un piccolo agglomerato di hotel e negozi tutti dediti al turismo mentre la vera e propria malga presente è dedita alla lavorazione del latte in tutti i suoi aspetti. Siamo solo di passaggio perciò si procede di nuovo verso valle, ci fermiamo per una sosta presso la Baita Parparo Vecchio, anche qui la lavorazione del latte insieme alla ristorazione sono fonte di guadagno.
Scendiamo di nuovo a valle verso Camposilvano prima e poi Velo Veronese. Ormai ci siamo, l’aria da prima fresca diventa sempre più calda, siamo a valle. Anche se siamo vicini al tramonto percorrendo la Transpolesana è un caldo torrido, ci avviciniamo a casa anche qui la storia non cambia, è sera, siamo giunti a casa io e Catia ci guardiamo in faccia e ripercorriamo quei momenti freschi appena passati.









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