Dal Passo Calla a Valverde
Sabato 25
luglio, la mia sveglia biologica suona nella mia testa alle ore 07:00
come se dovessi andare al lavoro, ma in realtà era la smania di
andare ad affrontare un altro giro in moto con Catia. Fatta
colazione ci prepariamo a partire per la Romagna, più precisamente
le Foreste Casentinesi, anche se alcuni imprevisti ci hanno fatto tardare
di molto la partenza, noi non demordiamo; via, si parte! Prendendo
la SS16 che ci porta verso Argenta e Alfonsine, raggiungiamo Ravenna, dove imbocchiamo la SS67 che ci porta fino a Forlì. Entrati a Forlì
teniamo le indicazioni per Meldola e Santa Sofia. Percorrendo la SP
72, tocchiamo i paesi di Meldola, Civitella di Romagna e Santa Sofia, dove ci siamo fermati per la sosta pranzo. Ci siamo accomodati presso
il Ristorante Pizzeria La Contessa, che offre un menù a base di
funghi porcini e tartufo, pasta fresca fatta a mano e una scelta
molto varia di bruschette. Finito di pranzare, siamo usciti dal
ristorante, ma con nostra grande sorpresa il cielo si era annuvolato e la pioggia aveva
fatto il suo ingresso nella nostra giornata. Siamo ripartiti tenendo le
indicazioni per Corniolo e Passo la Calla, la pioggia si faceva
sempre più insistente, dopo alcuni km sotto l'acqua ci siamo decisi
a fermarci per indossare le tute anti-pioggia. Dopo la fatica di indossarle, la pioggia cessa, ma poiché il cielo non prometteva nulla
di buono, abbiamo optato per tenerle e riprendere la strada verso il Passo la Calla.
Passando il paese di
Corniolo, la strada si fa più impegnativa; inizia a salire, le curve si
fanno più serrate, ma l'ultimo tratto di strada ci lascia incantati, perché attraversa il bosco e in alcuni tratti appaiono scorci delle
montagne piene di pini. Le cime sembrano distese di piccole piramidi
verdi, al termine del bosco appare una radura dove vi sono
parcheggiati camper. Siamo arrivati in vetta al Passo la Calla; la vista è molto bella, il panorama sulle foreste Casentinesi è
stupendi, ma il meteo non era dalla nostra parte, perché il cielo si faceva sempre più scuro, costringendoci a desistere da ultimare il giro che
ci eravamo prefissati. Ripresa la strada per il ritorno, quasi
all'altezza di Santa Sofia abbiamo visto l'indicazione per la diga
di Ridracoli, non ci pensiamo due volte e imbocchiamo la strada che
senza preavviso inizia a salire, si fa sempre più stretta e in alcuni
punti da quel poco di asfalto che rimane diventa cementata per poi
arrivare in cima al Cippo dei partigiani ghiaiata. Arrivati in cima, fa capolino il sole e il caldo si fa sentire. Tolte le tute da
pioggia, rimontiamo in sella e scendiamo da questo crinale, la strada diventa più larga e raggiungiamo il paese di Biserno, arrivando poi alla diga di Ridracoli.
Raggiunta la diga, con nostro
stupore notiamo che per accedervi bisogna pagare, ma noi non ci
pensiamo neanche! Così, dopo una breve sosta, decidiamo di andare a fare un
giro al mare. Giunti di nuovo il paese di Meldola, teniamo le
indicazioni per Forlimpopoli, da qui raggiungiamo Cesena per poi
arrivare a Cesenatico, dove abbiamo proseguito verso la località
marittima di Valverde. Raggiunta questa località, siamo
andati a trovare dei vecchi amici di mio suocero, proprietari dell'Hotel Tilly. Entrati nell'albergo, ci ha ricevuto il proprietario, il quale in un primo momento non ci aveva riconosciuto, ma poi anche la moglie si è
presentata e tra baci e abbracci abbiamo rivangato ricordi trascorsi
in questa località. L'orario della cena incombeva e i clienti
dell'albergo stavano rientrando dalla spiaggia, quindi io e Catia
abbiamo salutato tutti e ci siamo diretti in spiaggia per vedere il
mare. Era calmo, piatto come una tavola, i bagnini stavano riordinando
gli ombrelloni e i gestori dei bagni, visto l'orario, stavano facendo
le pulizie per affrontare un'altra giornata di lavoro. Risaliti in
sella alla nostra moto, ci siamo diretti verso la prima entrata
dell'Autostrada A14 in direzione Bologna, fatte alcune soste siamo
usciti dall'Autostrada e ci siamo diretti verso casa, raggiungendola, finalmente, in tarda serata.
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