Week end in Toscana

Week end in Toscana
1° giorno
E' da un po' di tempo che si organizzava un week end in Toscana e il ponte del 2 giugno è venuto a pennello. La sera prima della partenza abbiamo preparato le borse da moto, l'attrezzatura per fare foto e video e riguardato per l'ultima volta le cartine per fare un ripasso del viaggio che ci attendeva all'indomani.
Sveglia di buon ora, colazione, ultimi ragguagli al figlio, un saluto alla nostra piccola Maya e via si parte per la Toscana. La provincia senese con la sua Val d' Orcia è il nostro obbiettivo. Giunti a Bologna prendiamo l'Autostrada A1 in direzione sud, dopo alcune soste, prendiamo l'uscita di Chiusi-Chianciano. Iniziamo a percorrere le strade interne della provincia senese, passiamo ai piedi di Cetona, antico borgo medioevale arroccato sul cucuzzolo dell'omonimo monte. Facciamo una pausa, pranzo al sacco, all'ombra di un albero ci dedichiamo un po' di riposo ammirando il paesaggio... fantastico!!!. Riprendiamo il nostro viaggio e percorrendo la strada Sp 478 arriviamo a Ridicofani.
Purtroppo per problemi di tempo non abbiamo potuto visitare tutto il borgo, abbiamo solo visto la Torre della Rocca, la Fonte Grande e la Fonte Medicea. Da Ridicofani percorrendo sempre la Sp 478 arriviamo ad Abadia San Salvatore, precisamente all'Hotel Gambrinus, situato ai piedi del Monte Amiata,nostro punto di appoggio logistico per questo week end. Fatto il check-in, i padroni dell'hotel gentilissimi a darci subito la camera e a ragguagliarci come muoverci per le strade della zona, depositiamo i bagagli e riprendiamo di nuovo il nostro viaggio verso Pitigliano. Percorrendo la SP 20 giungiamo a Piancastagnaio, contornato dalle mura della fortezza Aldobrandesca. Oltrepassiamo Piancastagnaio e la strada si snoda attraverso le colline contornate da boschi e campi di grano appena tagliato ,i colori sono bellissimi sembra di vedere un quadro dipinto a olio. All'incrocio con la SP Pitigliano-SantaFiora manteniamo la direzione Pitigliano, la nostra prossima meta. Passiamo le Cave di tufo di Piandirena e dopo alcuni tornanti alla nostra sinistra appare su di una rupe di tufo il paese di Sorano, definito anche la Matera della Toscana, per la sua particolare costruzione urbanistica di numerosi edifici rupestri scavati nel tufo.
Proseguiamo e dopo alcuni km arriviamo a Pitigliano,
borgo interamente costruito in tufo ed arroccato su di una rupe anch'essa di tufo.
Parcheggiamo la moto, depositiamo all'interno dei bauletti giacca, guanti, caschi ed iniziamo a vistare Pitigliano.E’ una visione magica, un’illuminazione. L’abitato di Pitigliano, tutto costruito in tufo, è inserito nel paesaggio con una compattezza tale che è quasi impossibile separare l’opera dell’uomo da quella della natura.
L’impressione che dà Pitigliano, distesa sulla sua rupe a forma di mezzaluna, isolata dal’erosione millenaria di tre fiumi che le scorrono intorno e difesa da fortificazioni cinquecentesche, è quella di un complesso ferrigno e gagliardo, segnato dal’arte della guerra ma ingentilito dal tocco del Rinascimento.Palazzo Orsini è il maggiore monumento di Pitigliano: di origine medievale (XIV secolo), la residenza dei conti Orsini fu ristrutturata per Niccolò III, nella prima metà del Cinquecento, dal’architetto Antonio da Sangallo secondo i canoni rinascimentali, evidenti negli stemmi,nelle porte bugnate, nella piazzetta con colonnato,nel pozzo esagonale, nel’elegante portale d’ingresso e nelle sale interne, ora sede del museo d’arte sacra.
Sulla piazza retrostante, che si estende fino ai due cigli della rupe con vedute spettacolari, si trova la fontana medicea a cinque archi, preceduta dal’acquedotto seicentesco che scavalca l’antico fossato con un maestoso arco in tufo. Dalla piazza tre vie parallele si inoltrano nel’abitato, intersecate da una serie di vicoli pittoreschi, caratterizzati da scalinate, loggette e decorazioni cinquecentesche. Portali e finestre delle case antiche del centro sono spesso ornati di elementi decorativi in bugnato rustico. La via principale conduce a un’altra piazza, dove si trova la cattedrale, ampliata nel Settecento in forme barocche, con bella facciata e grandioso altare al’interno. Tra stucchi e dorature, spiccano le tele di Pietro Aldi e di Francesco Vanni. A fianco della cattedrale si eleva la torre campanaria che caratterizza il profilo urbano dell’abitato.
In fondo alla piazza si erge una stele in travertino recante sculture rinascimentali e sormontata da un piccolo orso araldico, nota come monumento alla progenie Ursinea (1490). Da qui si raggiunge un’altra piazzetta, cuore dell’antico rione di Capisotto, con la chiesa di San Rocco, ricordata già nel 1274 come chiesa di Santa Maria. Ha una sobria facciata rinascimentale e un interno decorato con affreschi e stemmi dipinti. Proseguendo si giunge alla punta estrema della rupe e alla porta di Capisotto (o di Sovana), di fianco alla quale è conservato un tratto di mura etrusche del VI secolo a.C.
A metà di via Zuccarelli si trova il ghetto. Molti sono i ricordi della comunità ebraica, vissuta per mezzo millennio a Pitigliano, che fu luogo di rifugio per gli israeliti ed esempio di convivenza tra ebrei e cristiani, tanto da meritarsi la definizione di “Piccola Gerusalemme”. La sinagoga, rivolta a est, è stata recentemente restaurata ed ha recuperato il suo arredo, con l’Aron (Arca Santa) sul fondo, la Tevà (il pulpito) al centro, il matroneo per le donne in alto, i lampadari e le decorazioni dipinte, tra cui la scritta che ricorda la fondazione del tempio nel 1598. Sotto la sinagoga si sviluppano vari ambienti scavati nel tufo, il bagno rituale, la macelleria e la cantina kasher, il forno degli azzimi, tutti recuperati negli ultimi anni, quando è stata realizzata la Mostra di cultura ebraica. Poco fuori, il profumo quasi inebriante ci fa scoprire un forno dove assaggiamo alcuni dolci tipici della tradizione ebraica tramandata fino ai giorni nostri, poco distante il cimitero ebraico custodisce monumenti funebri dell’Ottocento. Ripercorriamo il nostro viaggio all'interno di Pitgliano attraversando di nuovo le vie del centro storico a ritroso, alcuni tratti sono talmente stretti che a fatica il sole riesce a passare, raggiungiamo la nostra moto e ripercorriamo la strada fatta in precedenza fino all'Hotel Gambrinus dove ci attende una cena tipica della zona.
2° giorno
Sveglia di buon ora, colazione abbondante, preparazione e via di nuovo in viaggio.
Oggi andiamo a visitare le Terme di Saturnia, precisamente le Cascate del Mulino e infine i borghi di Sovana e Sorano. La strada è sempre quella fatta il giorno precedete fino a Piancastagnaio dove deviamo sulla via Grossetana, raggiungiamo il paese di Seragiolo e mantenendo le indicazioni Grosseto attraversiamo i paesi di Selvena, Cellena, qui la strada inizia a fare un sali e scendi attraverso le colline, i tornanti a volte molto stretti ti fanno salire in poco tempo sulle cime delle colline da del parco dove si possono ammirare i panorami sulle vallate sottostanti. Tra vari sali e scendi arriviamo a Semproniano, borgo più meridionale del monte Amiata di origine medioevale costruito attorno i resti della Rocca Aldobrandesca. Proseguendo sulla SP155 e poi sulla SP 10 arriviamo nella vallata delle Terme di Saturnia
, fiorente località termale conosciuta da tutti.
Giungiamo in un'area di servizio e chiediamo informazioni sulle Cascate del Mulino e ci indicano che poco più avanti vi era l'ingresso del sito.
In poche centinaia di metri entriamo nel parcheggio, ovviamente pieno, fortunatamente la moto si imbuca dappertutto, parcheggiamo quasi all'entrata delle Cascate, prendiamo con noi i bauletti, all'interno vi era riposto tutto il necessario per la spiaggia e ci dirigiamo nell'unico spiazzo adiacente alle Cascate,sembrava di essere in riviera il 15 d'agosto!. La gente ci guarda esterrefatta, capirai noi in abbigliamento tecnico da moto e loro in costume da bagno.
Noi con nonchalance ci svestiamo e ci ritroviamo anche noi in costume da bagno pronti per immergerci in queste vasche naturali create dal tempo e dallo scorrere dell'acqua sulfurea qui presente.Uno spettacolo bellissimo, un totale relax. Ci dedichiamo un paio d'ore di ammollo e poi un'asciugata al sole e di nuovo in moto per la nostra seconda meta. Usciti dal parcheggio riprendiamo il nostro cammino sulla SP22 che ci porta alle porte di Sovana.
Entrando a Sovana vediamo per prima cosa la Rocca Aldobrandesca,poca più avanti entriamo nella suggestiva Piazza del Pretorio, cuore del centro storico. Qui troviamo il Palazzo Pretorio, di epoca medievale, sulla facciata ci sono gli stemmi di vari capitani di giustizia. Al suo interno ha sede il centro visite del Parco archeologico del Tufo.
Accanto al Palazzo Pretorio troviamo la Loggetta del Capitano, dove possiamo osservare un grande stemma mediceo. Visitiamo la Chiesa di Santa Maria Maggiore, poi il Palazzo dell'Archivio dove in alto al centro troviamo un grande orologio. Poi percorrendo la Via di Mezzo, troviamo la casa di Papa Gregorio VII, procedendo ci troviamo alla nostra destra la concattedrale dei Santi Pietro e Paolo, il Duomo di Sovana, costruita subito fuori dal centro abitato di Sovana. Rappresenta uno dei più importanti monumenti in stile romanico dell'intera Toscana. Il portale principale è collocato sul fianco sinistro della chiesa.L'interno è diviso in tre navate e presenta un'antica cripta a sei colonne dove sono custodite alcune ossa di San Mamiliano.Da qui ripercorriamo tutto il centro, facciamo una sosta per rifocillarsi e nel frattempo siamo testimoni involontari di un matrimonio.

Ritornati dove abbiamo parcheggiato la moto troviamo un gruppo di motociclisti anch'essi delle nostre zone, le chiacchiere non mancano, loro proseguivano verso Saturnia mentre noi ripartiamo alla scoperta di Sorano. Percorrendo sempre la SP22 ci avviciniamo al paese di Sorano, la strada è un serpentone d'asfalto che attraversa gole create nel tufo dal torrente Lente, molto suggestivo il percorso fino all'ingresso del paese.Al nostro arrivo il paese si presenta come la copia dei Sassi di Matera, infatti è anche detto la Matera di Toscana, tutto arroccato su di una rupe di tufo.


Iniziamo la nostra visita all'interno del centro storico, le stradine strette con a lato case anche di svariati piani quasi tutte ricavate da pareti di tufo, tutto questo è affascinante, proseguendo il nostro giro attraverso questi vicoli ci troviamo in cima al Masso Leopoldino, da qui si può ammirare la maggior parte di Sorano con i suoi vicoli angusti e le sue case di tufo. Si può vedere anche la Fortezza Orsini creata nel medioevo e mai espugnata. Riscendendo giù verso il centro vediamo le chiesa di San Nicola. Anche qui a Sorano è presente il ghetto ebraico con la sua sinagoga. Abbiamo visto anche il Palazzo dell’Archivio, il Palazzo Pretorio, il Palazzo Vescovile. Da non perdere un giro attorno alla cinta muraria posta a difesa del paese e le sue porte di accesso quali la Porta di Sopra, la Porta dei Merli.


Devo dire che la visita di questo borgo è molto suggestiva la consiglio a chi si trova da queste parti. Riprendiamo il viaggio verso Abbadia San Salvatore percorrendo la SP20. Giunti ad Abbadia, visto l'orario, decidiamo di proseguire il viaggio alla scoperta di Bagni San Filippo. Ci avevano parlato di questa località in albergo dicendoci che ci sono terme naturali come le Cascate del Mulino ma molto meno frequentate. In pochi km giungiamo a Bagni San Filippo la strada è tutta in discesa fino all'ingresso del paese. Parcheggiamo la moto lungo la strada e vediamo tanta gente che esce da una strada che porta nel bosco, non ci penso due volte e chiedo dove porta, gentilmente mi rispondono che portava alle terme.


Andiamo a fare un sopra luogo, ci addentriamo all'interno del bosco e percorrendo un sentiero prima ghiaiato e poi sterrato arriviamo alle “terme naturali”. Purtroppo non ci assomigliano neanche alle Cascate del Mulino, la negligenza della gente ha rovinato quello che doveva essere uno spettacolo della natura.
Sporcizia e immondizia la facevano da padroni e il continuo salire sulle formazioni calcaree avevano rovinato quasi tutto.Peccato. Torniamo indietro, riprendiamo la moto e raggiungiamo l'Hotel per la cena.

3° giorno
Ultimo giorno del nostro tour in Toscana.
Dopo aver sistemato tutte la nostre cose, fatta colazione, salutiamo i gestori dell'Hotel Gambrinus, i loro collaboratori e si parte di nuovo alla scoperta di altri posti. Usciti dal paese di Abbadia San Salvatore ci dirigiamo verso Bagni San Filippo, percorrendo la SP61 e poi la SR2 teniamo le indicazioni per San Quirico d'Orcia. Attraversiamo brevi valli ma con sempre le colline della Val d'Orcia come sfondo. Sulle cime sinuose di esse sono sempre presenti piccoli borghi o castelli, lo spettacolo è bellissimo. I campi coltivati a svariate colture sono di diversi colori sembrano pitturati con vernici pastello.
Ci godiamo tutto questo mentre ci avviciniamo alla nostra meta, Bagno Vignoni. Abbandoniamo la SR2 e continuiamo sulla strada di Bagno Vignoni fino ad arrivare sulla cima della collina ove è presente il borgo.Parcheggiamo la moto e ci dirigiamo nel centro di questa antica borgata. A pochi passi dal parcheggio visitiamo i resti del Parco dei Mulini. Sono ancora presenti le vecchie mura e i ruscelli con l'acqua che scorre tutt'ora.
Proseguendo ci dirigiamo verso il centro di questo piccolo borgo e arriviamo nella Piazza delle Sorgenti, una vasca rettangolare, di origine cinquecentesca, che contiene una sorgente di acqua termale calda e fumante che esce dalla falda sotterranea di origini vulcaniche. Alla vista di questa piazza sembra di fare un salto a ritroso nel tempo.
Fin dall'epoca degli Etruschi e poi dei romani come testimoniano i numerosi reperti archeologici, le terme di Bagno Vignoni sono state frequentate da illustri personaggi, come Pio II, Caterina da Siena, Lorenzo de Medici e tanti artisti che avevano eletto il borgo come sede di villeggiatura.
Questa caratteristica piazza è contornata da edifici tutti costruiti in pietra, su un lato di essa vi è presente un porticato, parte di un antico ponte che serviva per attraversare la vasca, sotto al porticato vi è una piccola chiesetta e più spostata la Chiesa di San Giovanni Battista. Non mancano gli stabilimenti termali e i negozi di specialità della Val d'Orcia.
Dopo questa breve visita riprendiamo il nostro cammino verso la località di Pienza. Scendiamo a valle e prendiamo prima la SP53 e poi la SP12 che ci porta fino a Pienza, città patrimonio dell'Unesco. Mentre ci avviciniamo al paese la vista di esso è bellissima, si trova in cima di un'altura di circa 500 mt, ha un colore giallastro dovuto ai materiali di costruzione ed è contornato da una fitta vegetazione.Arriviamo su in cima e la strada costeggia le vecchie mura fino ad arrivare al parcheggio dove parcheggiamo la moto. Da qui inizia la nostra visita a Pienza.
Appena entrati nel centro storico un profumo di formaggi e salumi attira la nostra attenzione e senza pensarci due volte ci troviamo all'interno di una tipica taverna. Appesi ai muri file di salumi e sui banchi i tipici formaggi della Val d'Orcia. Prenotiamo per il pranzo e riprendiamo la nostra visita, attraversiamo una serie di vicoli e ci troviamo nella Piazza Pio II, cuore pulsante della cittadina. Imponente sulla piazza la Cattedrale dell'Assunta, a fianco il Pozzo dei Cani, il Palazzo Piccolomini.


La sua loggia si affaccia su un meraviglioso giardino pensile dove si può ammirare un panorama bellissimo sulla Val d'Orcia. Proseguendo visitiamo il Palazzo Vescovile o Palazzo Borgia, il Palazzo Comunale, la Chiesa di San Francesco e quella di San Pietro. Girovagando per le vie ci ritroviamo in una piazzetta dove vi è un mercatino di prodotti tipici, formaggi, salumi e vari tipi di miele. Facciamo una camminata sul versante più panoramico di Pienza dove si può vedere una parte della Val d'Orcia e visto l'orario ci dirigiamo verso la taverna dove abbiamo prenotato il pranzo. Ci accomodiamo e pranziamo con salumi e formaggi tipici.


Finito di pranzare, prima di uscire abbiamo comprato alcuni tipi di salumi, formaggio di Pienza di varie stagionature e una bottiglia di vino Montepulciano. Purtroppo bisogna ripartire per il viaggio di ritorno.

Giunti nel parcheggio depositiamo i nostri acquisti nei bauletti, ci rivestiamo e via si parte di nuovo, destinazione casa. Da Pienza proseguiamo sulla SP15,la strada è un sali e scendi attraverso le colline delle Val d'Orcia. Giungiamo a Torrita Senese e ci dirigiamo verso Bettole dove prendiamo l'Autostrada A1 In direzione nord verso Bologna.Il traffico non manca, non è un problema con calma e dopo alcune soste arriviamo a Bologna. Usciti dall'Autostrada ci dirigiamo verso casa. Un week end davvero molto bello, i posti che abbiamo visitato, i paesaggi e le specialità che abbiamo assaggiato hanno contribuito alla riuscita di questo viaggio. Non mancheremo di tornare per visitare altre zone di questa splendida parte di Toscana.










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