Dall'Ossario del Pasubio all'Eremo di San Colombano


Dall’Ossario del Pasubio 
all’Eremo di San Colombano
Reduci della precedente esperienza sotto l’acqua, ripartiamo di nuovo per un’altra avventura, questa volta ritorniamo sulle prealpi vicentine alla scoperta di luoghi nei pressi del Monte Pasubio. Facciamo passare poche ore e siamo di nuovo in sella in direzione Badia Polesine, qui prendiamo l’Autostrada A31 che ci porta nella località di Thiene. Ci dirigiamo prima a Schio e poi raggiungiamo il paese di Valli del Pasubio. Ci prendiamo un po’ di tempo per una sosta. Alzando gli occhi al cielo vediamo le nuvole grigie che incombono sui luoghi che dovremmo visitare, il pensiero che ci pervade è quello della giornata precedente, ancora pioggia? Speriamo di no! Proseguiamo, arriviamo sul Passo Pian delle Fugazze, deviamo sulla destra e percorriamo la strada tutta salita e tornanti fino all’Ossario del Pasubio

Quando arriviamo in cima ci si presenta un grande piazzale con in fondo la Torre dell’Ossario Sacello dedicato ai Caduti della 1 Armata durante la prima Guerra Mondiale.Sulla destra una batteria di cannoni dello stesso periodo e infine sulla sinistra il museo e un bar ristoro.Parcheggiamo la moto ci liberiamo dell’abbigliamento tecnico e iniziamo a visitare questo luogo. Partiamo subito con la visita della Torre. Costruita su cinque piani, troviamo al suo interno la Cripta con i loculi con i resti dei soldati che hanno perso la vita combattendo sul Monte Pasubio, la Cappella Consacrata, la Sala dell’Attesa, la Sala dell’Apoteosi e la Sala della Lanterna. Ogni piano di questa Torre ha tutte le pareti dei suoi muri affrescate, tutto molto bello e suggestivo.
Tornati fuori, facciamo un giro attorno alla Torre, il panorama non è dei migliori, le nuvole basse non permettono di avere uno sguardo sulla valle vicentina. Ecco ci risiamo!
Le prime gocce di pioggia si fanno sentire. Raggiungiamo il bar, un languorino ci dice che è ora di pranzo, ci sediamo e consumiamo un pasto veloce. Mentre ci concediamo questa pausa rifocillante teniamo monitorato il tempo che non promette nulla di buono. Pioggia! Approfittiamo di questa situazione per visitare il Museo, al suo interno vi sono varie sale tematiche, un percorso didattico ideato per spiegare la vita dei militari della Prima Armata sul fronte del Pasubio. La pioggia si fa sempre più insistente. Parcheggio la moto sotto un balcone per ripararla un po’. Attendiamo che la pioggia diminuisca. Ritorniamo all’interno del Museo. Passa un’altra ora, a questo punto vado a prendere l’abbigliamento da pioggia, attendiamo un po’.
La situazione non cambia, decidiamo di vestirci di tutto punto e di affrontare la strada verso il Rifugio Passo Xomo, dove dobbiamo passare la notte. Con molta cautela riscendiamo a Pian delle Fugazze, percorriamo di nuovo la SP46 fino al bivio dove prendiamo la strada per il Passo Xomo. La tensione è palpabile, affrontare questa strada stretta costeggiata da speroni di roccia, l’asfalto non perfetto e in condizioni meteo avverse non è il massimo. Arriviamo al rifugio, parcheggiamo la moto sotto una tettoia, tolto l’abbigliamento da pioggia entriamo al rifugio. Salutiamo il personale, già conosciuto in un’altra occasione e finalmente andiamo nella nostra camera. Una doccia bollente e scendiamo giù, finalmente il cielo si sta aprendo, le nuvole grigie lasciano il posto a un tramonto che colora di arancio le vette delle montagne che ci circondano.
Ci deliziamo di un aperitivo mentre ammiriamo il panorama. Le ragazze addette al bar ci avvisano che la cena è pronta, andiamo a deliziare il nostro palato con un menù tipico montanaro a base di canederli, stinco, patate e per finire il classico strudel. Da leccarsi i baffi. E’ il momento di risalire in camera per un meritato riposo. La sveglia suona, mi alzo e l’istinto mi dice di controllare il meteo, apro la finestra e come ieri il cielo è di nuovo grigio. Avevo controllato il meteo prima di partire prevedeva due giorni di sereno, forse non qui. Prepariamo tutto e scendiamo a far colazione. Durante essa facciamo il punto della situazione e decidiamo di abbandonare il nostro itinerario. La nostra prossima meta sfuma. La visita alla Strada delle 52 Gallerie viene rimandata causa meteo, visto che si percorre solo a piedi.
Una sfida è rimasta aperta! Salutiamo tutti e riprendiamo il nostro viaggio. Riscendiamo verso valle, i segni del temporale passato sono evidenti, i ruscelli che scendono dalla montagna sono gonfi d’acqua e i detriti trasportati dalla pioggia sono presenti in alcuni tratti della strada. Siamo di nuovo all’incrocio con la SP 46, questa volta proseguiamo in direzione di Rovereto, direzione opposta del giorno precedente. Giungiamo a Pian delle Fugazze. Sono solo le 10 di mattina e non si può far rientro a casa così presto. Decidiamo di deviare il percorso verso Camposilvano. Prendiamo la SP 219 che si prende subito dopo il Ristorante di Pian delle Fugazze. La strada è molto bella piena di curve e tornanti. Attraversiamo fitti boschi e mentre scendiamo questi si diradano per far spazio a scorci bellissimi sul Gruppo della Carega. Arriviamo a Camposilvano e proseguiamo sempre in direzione Rovereto. Attraversiamo il paese di Specchieri che ci regala uno scorcio sul proprio lago.
Poco più avanti riprendiamo di nuovo la SP 46, passiamo i paesi di Raossi, Foxi e Anghebeni dove facciamo una deviazione per far visita al Forte Pozzacchio. Giungiamo nel parcheggio, qui sono presenti le indicazioni per raggiungere il Forte. Parcheggiamo, riponiamo l’abbigliamento tecnico nei bauletti e partiamo per la visita. Un percorso tutto in salita su strada ghiaiata di un paio di km, rigorosamente fatto a piedi, ci permette di raggiungere il Forte. Prima di raggiungere l’entrata un plastico con alcune foto ci permette di capire come è stato costruito e come è strutturato. Completamente costruito all’interno di una montagna. Ultimo baluardo esistente dell’impero Austro Ungarico. Proseguiamo la visita, all’esterno i segni rimanenti degli alloggi e dei depositi con alcune postazioni di artiglieria. Al suo interno i depositi munizioni, i bagni, gli alloggi dei militari, la mensa, le cucine e dislocate nel perimetro numerosi gruppi di artiglieria messi a protezione del Forte. In cima una batteria di artiglieria mobile che permetteva di tenere sotto assedio tutta la Valsarsa. Dalla cima un panorama incredibile.
Usciamo dal Forte e finalmente il sole splende nel cielo. Oggi siamo fortunati vediamo anche una coppia di aquile volteggiare nel cielo. Terminata la visita riprendiamo il nostro viaggio. Giunti nel paesino di San Colombano decidiamo di far vista al’omonimo eremo. Scendiamo la strada che porta alla centrale elettrica, parcheggiamo la moto e anche qui dobbiamo affrontare un percorso a piedi per raggiungere la meta. Prima un sentiero che attraversa il torrente Leno e poi una scalinata con più di cento gradini ci permettono di raggiungere l’Eremo posto ad una altezza di circa 150 mt. su uno sperone roccioso. La storia lo data circa nell’ anno 750 quando l’eremita Colombano uccise il drago che terrorizzava la valle. Al suo interno la piccola Cappella, la cella dove dormiva Colombano e il piccolo campanile. Un posto di culto molto suggestivo incastonato a strapiombo nella montagna, da visitare assolutamente. Per chi non lo sapesse San Colombano è anche il patrono dei motociclisti. Abbandoniamo l’Eremo, riprendiamo la moto e di nuovo in viaggio.
Siamo a Rovereto. Attraversiamo la città e la SP23 ci porta all’entrata dell’Autostrada A22 del Brennero in direzione Modena. Qualche sosta e siamo di nuovo a casa. Il tempo avverso non ci ha demotivato, abbiamo abbandonato l’itinerario principale ma ne abbiamo creato subito uno alternativo. Siamo riusciti a visitare luoghi di interesse storico, di culto, non ci siamo goduti a pieno le strade di montagna a causa delle avverse condizioni meteo, comunque ci siamo goduti a pieno anche questo viaggio nonostante qualche contrattempo. 



                     

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